Una vita spesa per i ragazzi

don Natale Idda

Una vita spesa per i ragazzi

Don Natale Idda, salesiano, si è spento a questo mondo venerdì scorso

 

 

«È bello tramontare al mondo per risorgere nell’aurora di Dio». Tantissime persone hanno riempito il cortile dell’Istituto Salesiano di Cagliari nel pomeriggio di venerdì scorso per celebrare i funerali e ringraziare il Signore per il dono di don Natalino Idda, 83 anni, 66 di professione religiosa nella Congregazione Salesiana e 55 di ordinazione. CoVid ci ha dato l’opportunità di celebrare l’Eucarestia nel cortile della scuola, i due luoghi in cui si è speso.

Una vita spesa fra cattedra e cortile, una vita donata per il Regno, nell’incontro quotidiano, fedele e puntuale con i ragazzi che la Provvidenza gli ha affidato. Spirito allegro, dalla battuta arguta e dal sorriso accogliente, ha accompagnato generazioni e generazioni di ragazzi nelle case salesiane di Santulussurgiu, Lanusei, Arborea e Cagliari Don Bosco, lasciando in tutti il profondo ricordo di un uomo buono, di un salesiano che sapeva farsi voler bene e voler bene concretamente con un’amorevolezza esigente. Si interessava e si prendeva cura del bene di ciascuno.

«La scuola e le lezioni preparate con competenza e con dedizione mi hanno preparato ad affrontare gli studi successivi e il mondo del lavoro con serenità e impegno: devo proprio tanto a don Idda, il migliore insegnante che abbia mai avuto», scrive un suo affezionato ex-allievo. «Ci avvicinava con i suoi giochini rompicapo, che ci costringevano a far funzionare il cervello e facevano divertire anche noi che non giocavamo a pallone»; «sempre presente nei momenti importanti della nostra vita»; «un uomo di grandissima fede, di grande cultura, di massima intelligenza e con un amore smisurato per i suoi ragazzi, corrisposto nonostante la sua giusta severità. Era, è, un grande testimone dello spirito di Don Bosco. Si sentirà tantissimo la sua mancanza», così hanno scritto su Facebook, due suoi ragazzi.

Abbiamo pensato stoltamente ad una morte improvvisa: ha avuto un arresto cardiocircolatorio improvviso, subito dopo la preghiera comunitaria, mentre ci spostavamo dalla cappella al refettorio per la colazione, senza nessun tipo di preavviso. Un biglietto - scritto di suo pugno - affianco al suo computer, ci ha consolato, sapendolo pronto: «È bello tramontare al mondo per risorgere nell’aurora di Dio», scrive sant’Ignazio di Antiochia nella sua Lettera ai Romani.

La sua attenzione nel prepararsi per la scuola, i doveri del suo stato, la preghiera, sempre profondamente partecipe alla vita della comunità e a quella dei ragazzi, «lo hanno reso un maestro ascoltato ed eloquente. Non ha mai avuto il prurito di apparire: è stata una persona, che ha detto nei suoi gesti e nei suoi stili di vita la sua scelta di voler e dover appartenere a Gesù Cristo, con quel cuore educante, buono e attento a chi il Signore gli dava da amare», così, mons. Mauro Maria Morfino, durante l’omelia.

Il Signore della Vita ci renda sempre più educatori dal cuore attento a ciascuno e a tutti, come Chiesa, come comunità religiosa, come comunità educativo-pastorale.

La comunità salesiana di Cagliari don Bosco

 
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