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Carissimi bambini, carissimi ragazzi, carissimi giovani,
il periodo di chiusura forzata dentro casa e gli stili di vita che abbiamo dovuto cambiare in questi mesi ci hanno insegnato, o meglio, ci hanno costretto a riconsiderare la preziosità delle relazioni. In particolare quelle che diamo per scontate e che sono le più importanti.
Costretti a casa abbiamo
dovuto ripensare le relazioni con la nostra
famiglia. Probabilmente non ci
era mai capitato di passare così tanto tempo con mamma e papà, con i nostri
fratelli e sorelle. Diceva una vignetta che girava sui social: «sono rimasto a
casa con la mia famiglia: sembrano brave persone!». Sarebbe un peccato se non
avessimo sfruttato questo tempo per crescere
nella relazione con loro.
Costretti a casa abbiamo
dovuto rimodulare le relazioni con i nostri
amici, i nostri compagni. Per fortuna esiste WhatsApp, i social, Skype, i cellulari…
che vita triste sarebbe stata senza la possibilità di dialogare, di
condividere, di confrontarsi su quanto stava accadendo. Forse è stata l’occasione
per stringere amicizie più profonde, per scoprirne di nuove. Penso a coloro che
si sono fidanzati pochi giorni prima del lockdown. Sarebbe un peccato se
i mesi nei quali non abbiamo potuto vedere nessuno non ci avessero insegnato a
guardare le persone più in profondità, al di là del loro aspetto fisico o del
vestito di marca, se non ci avessero insegnato nuovi
stili di relazione più sinceri, più autentici, più profondi!
Costretti a casa abbiamo
dovuto rivisitare le relazioni con i nostri
insegnanti. La didattica a distanza ci ha costretti a nuove modalità
di relazione con loro. Ci ha fatto condividere almeno un pezzo della nostra
vita familiare, un pezzo della nostra casa, scambievolmente. Ci siamo sentiti
forse più vicini, ci siamo apprezzati maggiormente, abbiamo visto il maggiore
sforzo nel preparare una lezione e nel seguirla nel migliore dei modi. Ci siamo
trovati davvero nella stessa barca di imparare ad usare una piattaforma, con
tutti i suoi strumenti, davvero nuovi per tutti (o quasi). Sarebbe un peccato se
questa dose di familiarità reciproca e di condivisione maggiore non ci avesse aiutato
a capire la preziosità del lavoro degli
educatori e degli insegnanti, e il rispetto a loro dovuto.
Costretti a casa ci siamo
trovati a pensare, a dire, a scrivere frasi che mai avremmo sognato: «mi manca la scuola, mi manca quell’insegnante
o quell’altro, mi mancano gli alunni, mi manca alzarmi presto la mattina per
incontrare i miei compagni,…». Sono solo alcune delle frasi che in quei mesi mi
sono arrivate in vario modo… Diciamolo a voce alta: ci è mancata la scuola! Con
tutti i suoi limiti, con tutti i suoi difetti. Forse il non poter andare a
scuola ci ha aiutato a prendere coscienza di quanto sia importante e, al tempo
stesso, di quanto poco si investe su di essa, di quanto poco crediamo nell’istruzione,
nell’educazione e nella formazione. Sarebbe un peccato se ci lasciassimo rubare
di nuovo questo immenso valore, che custodisce il futuro di un popolo, di un
Paese, del mondo intero. Sulla scia di don Bosco continuiamo a ripeterci che crediamo fermamente nell’educazione e siamo
pronti a tutto pur di vivere la scuola nel modo migliore, consapevoli – più che
mai – della sua preziosità.
Costretti a casa ci siamo
trovati smarriti, forse spaventati. Il tanto tempo a disposizione e il silenzio
surreale delle nostre città forse ci hanno aiutato a dare più spazio e più tempo anche alla nostra relazione con Dio.
Ne sono evidente testimonianza i tantissimi giovani e meno giovani collegati al
mattino presto per partecipare alla Messa insieme alla comunità salesiana o in
attesa di ascoltare il “buongiorno” al mattino, attraverso le dirette o i video
caricati sul canale Youtube della scuola… Per non parlare della partecipazione
straordinaria di tantissimi alla Santa Messa in presenza alla fine dell’anno
nel campo dell’oratorio. Sarebbe un peccato se questa relazione riscoperta,
vissuta con slancio, tornasse in uno stato di torpore, di sonno. Abbiamo bisogno di gente entusiasta, ovvero di
bambini, ragazzi, giovani, adulti che abbiano “Dio-dentro”, questo è il
significato della parola entusiasmo.
E allora, proprio perché
ne abbiamo scoperto ancor più il valore, desideriamo
vivere in profondità ogni relazione all’interno delle nostre famiglie, all’interno
della nostra classe, della nostra scuola, con i nostri insegnanti, con Dio, con
gli amici, perché sono proprio queste relazioni a renderci gli
uomini e le donne di cui il mondo ha un immenso bisogno. Di gente arida di
relazioni, di gente cattiva, di gente che disprezza gli altri, di gente che
pensa di essere fighetto quando fa il bullo e prende in giro i più deboli, non
ne abbiamo proprio bisogno! Anzi, vogliamo essere persone capaci di entusiasmo,
costruttori di pace, di relazioni autentiche e profonde.
Desideriamo quindi fare i nostri migliori auguri alle nuove famiglie neonate:
alla prof.ssa Maria Cristiana Ardu e
al marito Giuseppe, al prof. Gabriele Santoru
e alla moglie Susanna. Il vostro amore, che ha scelto il matrimonio come via
della vostra santificazione, sia trasformato sempre più ad immagine di quello
divino!
I nostri
migliori auguri a maestra Laura Siddi e al marito Matteo, alla
prof.ssa Maria Lovato e al marito Michele che attendono una nuova
creatura. Ci uniamo alla vostra gioiosa attesa!
Salutiamo e ringraziamo vari docenti che – per motivi differenti – non saranno con noi questo nuovo anno: prof. Maurizio Puddu, prof.ssa Angelica Murtas, prof. Riccardo Berruti, prof. Gabriele Zanda, prof.ssa Daniela Cambarau, prof. Alberto Virdis e prof. Gianfranco Pintus, che dopo oltre trent’anni di servizio nella nostra scuola come docente di Arte alla Scuola Media raggiunge il pensionamento. A lui, come a ciascuno degli altri colleghi, il sentito grazie per la condivisione della passione educativa, nello stile di don Bosco. Salutiamo anche con grande affetto Aurelio Marinelli, che ha concluso il suo cammino di discernimento nella nostra comunità ed è tornato presso la sua famiglia a Vasto.
Diamo un caloroso benvenuto nella nostra comunità salesiana a don Giuseppe Casti. Dopo tanti anni di servizio in giro per il mondo come responsabile mondiale dei Salesiani cooperatori, torna in Sardegna: un tesoro prezioso di esperienza e saggezza a disposizione di tutta la CEP. Insieme a lui la nostra comunità si arricchisce della presenza di Piotr Warzocha, un giovane confratello polacco, che lavorerà in particolare con i ragazzi della scuola media. Un grande benvenuto al prof. Antonio Atzeni,
docente di Matematica e Fisica nel Liceo Scientifico, al prof. Matteo Lecca, docente di Storia e
Filosofia nei licei, maestro Pietro Nonnis,
come docente di Musica nelle prime tre classi della Primaria e maestra Simona Pistis, come supplente di
maestra Laura. Un affettuoso "bentornata" alla prof.ssa Lydia Mameli, che torna fra noi dopo un periodo di assenza, nella sua cattedra di Latino e Greco al biennio del Liceo Classico. A ciascuno di loro l’augurio di sentirvi fin da subito a casa e
di apprendere al meglio lo stile educativo salesiano, fatto di amore esigente,
ragionevole e paziente.
In conclusione, condivido
con voi questa preghiera, composta dall’arcivescovo di Milano, mons. Delpini:
Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
benedetto ogni tempo, occasione per il bene,
ogni
incontro, vocazione a servire e ad amare,
ogni
ora di lezione, esercizio di intelligenza, volontà, memoria per percorsi di
sapienza.
Benedici
tutti noi, benedici le nostre famiglie, benedici la nostra scuola. Amen.