Non essere criticone

#abbarraindomu | 27 Maggio 2020
   Una donna si lamentava con un’amica di avere una vicina di casa piuttosto disordinata. “Dovresti vedere come sono sporchi i suoi bambini, per non parlare della casa! C’è quasi da vergognarsi a vivere nella stessa zona. Dai un’occhiata a quei panni stesi ad asciugare. Guarda che strisce nere ci sono sulle lenzuola e gli asciugamani”.  L’amica si avvicinò alla finestra ed esclamò : “Credo che il suo bucato sia pulito, cara, le strisce sono sui tuoi vetri “.

            “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello  e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” Le parole del Vangelo ci mettono in guardia da ogni critica negativa, anche perché é facile vedere i difetti degli altri e magari non accorgersi che gli stessi difetti li abbiamo noi, ed in maniera più abbondante.

             La favola latina di Fedro, vissuto prima di Cristo, esprime lo stesso concetto : “Giove ci ha imposto due bisacce: dietro la schiena abbiamo  quella piena dei nostri difetti, mentre, appesa al petto, abbiamo la bisaccia piena dei vizi degli altri”. Per questo non vediamo i nostri difetti, ma facciamo i censori, i criticoni nei confronti anche dei più piccoli difetti altrui.

               Concludo con le parole di Papa Francesco : “Quelli che vivono giudicando il prossimo, parlando male del prossimo, sono ipocriti, perché non hanno la forza, il coraggio di guardare i propri difetti, i propri limiti”.

 

 

Don Paolo Piras

 
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