Impariamo a donare per essere felici

#abbarraindomu | 6 Maggio 2020

Nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri, fosse anche un semplice sorriso.

Un ragazzino il cui vicino, un signore di più di ottant'anni, era da poco rimasto vedovo, aveva notato che il vecchietto era in lacrime nel suo giardino. Il ragazzo, scavalcato lo steccato,  gli si era messo sulle ginocchia  rimanendovi per lungo tempo. Una volta tornato a casa, la madre gli chiese che cosa avesse detto a quel pover'uomo. "Niente," rispose il bambino. "Lui aveva perduto sua moglie, e questo doveva essere un grande dispiacere. Io sono andato solo ad aiutarlo a piangere”.

Si dice che il miglior amico è colui col quale puoi stare seduto in riva al mare, passeggiare sulla spiaggia, senza dire una parola, e, quando vai via, senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

Lo stesso insegnamento possiamo ricavarlo da questo breve racconto. Due monaci coltivavano rose. Il primo si perdeva nella contemplazione della bellezza e del profumo delle sue rose. Il secondo tagliava le rose più belle e le donava ai passanti.
“Ma che fai?”, lo rimproverava il primo; “come puoi privarti così della gioia e del profumo delle tue rose?”. “Le rose lasciano molto profumo sulle mani di chi le regala!”, rispose pacatamente il secondo, perché si ha una gioia incredibile nel donare ed anche un buon guadagno”.

 
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