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"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati." (Mt 5, 6)


Durante la prima settimana la Parola di Dio ci ha più volte parlato della bellezza dei piccoli, degli umili, della bellezza del povero che arriva all'essenziale, della bellezza degli sguardi dei ragazzi.
In questa seconda settimana, dopo la fine dell'Estate Ragazzi, insieme al gruppo di missionari e insegnanti di Alessandria, ci siamo immersi, seppur per poco tempo, in un'esperienza che non ci ha potuto lasciare indifferenti: passare qualche ora in quella che dagli abitanti del Cairo viene chiamata "la città discarica". Avevo sentito parlare di questo quartiere nel quale vivono circa 500 000 cristiani ma, fin quando non ci sono passata in mezzo, non avevo capito proprio nulla. Si passa dalla metropoli del Cairo al "girone dell'inferno dei cristiani" in appena mezz'ora. In questo quartiere si sopravvive cercando, nelle montagne di spazzatura, qualcosa che possa essere riciclato e rivenduto, con una paga media di 40 lire al giorno (2€) e dunque circa di 1200 lire al mese (60€).
Nel Vangelo di ieri leggevamo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, della moltitudine di persone che Gesù sfama, nel salmo e nella prima lettura vediamo il Signore che stende la sua mano per sfamare il suo popolo, tanto da far avanzare ceste di pane. E la prima reazione che sorge spontanea camminando per quelle vie è pensare che lì non si trova un Dio che sfama, ma un Dio in croce... Ma all'interno della discarica si trovano le due chiese più importanti e belle del quartiere, chiese ortodosse scavate nella roccia, e un grande spiazzo con qualche gioco nato con l'intento di distogliere i ragazzi, almeno per qualche ora, dal pensiero di ciò che si trova a dieci metri da loro. Un contrasto forte, una differenza che richiama quasi a due vite parallele. Cercavamo Dio e l'abbiamo trovato lì, nel sorriso di quei ragazzi che ancora ci ricordano come si arriva all'essenziale.
Nella condivisione di oggi è stato spontaneo pensare a quali sono le "nostre discariche", quelle doppie vite che a volte ci portiamo dietro e che ci impediscono di camminare seguendo il Profumo.
È bello inoltre, ascoltando la Parola, notare come il Signore, per moltiplicare i pani e i pesci, non agisca da solo. Poteva far apparire dal niente il cibo per sfamare quell'immensa folla, invece aspetta che qualcuno offra quel poco che ha, servendosi di quel poco per poter donare tanto. Proprio questo è l'augurio che mi faccio e che faccio ai nostri gruppi per continuare al meglio queste due settimane: poter essere disponibili a offrire i nostri pochi pani e i nostri pochi pesci affinché il Signore li moltiplichi per chi ci sta attorno.
Sara Melis