Inaugurazione

Cagliari, 12 ottobre 2013
Cronistoria della presenza dei Salesiani a Cagliari

Dalla cronaca della casa salesiana di Cagliari iniziata il 26 ottobre si legge:

 

“I Salesiani giunsero a Cagliari il 13 ottobre 1913. I primi confratelli furono: Sac. Matteo Ottonello, direttore; Sac. Giuseppe Roncaiolo proveniente da Tunisi con l’obbedienza di fare la III elementare; chierico Francesco Fazi; coadiutore Domenico Zanchetta; Sac. Pietro Chevrel, di nazionalità francese, maestro di musica. Sono accolti dal Sac. Mario Piu, direttore diocesano dei Cooperatori salesiani e presidente della parrocchia di S. Anna ed ospitati in casa sua”, non essendo ancora completata la costruzione dell’edificio, la cui prima pietra era stata posta il 29 aprile del 1908  con la benedizione dell’Arcivescovo di Pisa e Primate di Corsica e Sardegna, Cardinal Pietro Maffi, devoto estimatore di don Bosco, alla presenza del Superiore dei Salesiani, Don Michele Rua, primo successore di don Bosco.

“Con una circolare del 15 ottobre del 1913 viene annunciata alla città l’apertura dell’Opera Salesiana, con due corsi di 3a e 4a elementare e con un doposcuola per i corsi elementari, tecnici e ginnasiali inferiori. La tassa per le scuole elementari è di £. 5 mensili, mentre per il doposcuola è di £. 7 mensili”.

 Si tenta l’apertura dell’Oratorio nel 1914, ma dura poco a causa della mancanza dei mezzi e dei locali ed anche a causa dell’inizio della I Guerra Mondiale che paralizza l’avanzare dell’Opera.

Il vero inizio dell’Oratorio risale al 1916 e subito dopo la guerra viene mandato da Frascati Don Domenico Gallenca, musico e grande organizzatore che può chiamarsi il vero iniziatore dell’Oratorio.

Leggiamo ancora dalla cronaca: “Il movente che fa nascere in molti il desiderio di una casa salesiana è lo stato di deplorevole abbandono in cui si trova un gran numero di figli del popolo, i quali coltivati a tempo e ben educati potrebbero crescere onesti ed utili alla società, anziché andare a popolare le carceri. Lo scopo principale in una parola è il bene della gioventù, specialmente dei poveri”.

L’erezione canonica della casa salesiana “Don Bosco”di Cagliari è avvenuta il 28 maggio del 1926.

Nel 1943 l’Istituto subisce seri danni a causa dei bombardamenti, ma per il grande amore a don Bosco e per il bene della gioventù affascinata dal carisma educativo dei salesiani, e con l’aiuto di generosi benefattori, l’edificio viene ricostruito più bello e più grande.

Quanti Exallievi e Cooperatori (i due principali rami laici della Famiglia Salesiana) in questo lungo tratto di storia hanno formato i Salesiani che si sono susseguiti in cent’anni? Sicuramente decine di migliaia!

Risulta dalle cronache del Bollettino Salesiano dei primi anni del novecento che furono proprio gli allievi ed ex allievi sardi della Scuola Salesiana di Alassio (fondata da don Bosco nel 1870 e tuttora attiva) a portare e diffondere con passione il carisma pedagogico di don Bosco. Hanno fatto di tutto per impiantare qui in Sardegna (Lanusei, la prima opera del 1898) il Sistema Educativo Preventivo di don Bosco, che poggia sui tre pilastri della ragione-religione-amorevolezza. A loro si sono uniti i primi Cooperatori salesiani che hanno trovato in don Mario Piu la figura più carismatica e innamorata di don Bosco, tanto che l’allora Arcivescovo di Cagliari, Mons. Paolo Maria Serci Serra, d’accordo con i Superiori di Torino lo “ nominò, ancor giovane prete, come Direttore diocesano dei Cooperatori Salesiani”.

(….) “Don Mario Piu, umile e pio, fiducioso nell’aiuto del Signore, ha assimilato fedelmente lo spirito genuino salesiano anche perché ha ospitato in casa sua tutti i Salesiani che venivano a Cagliari, tra questi Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco; don Cagliero, poi salesiano missionario e Cardinale in Patagonia; don Francesia e don Ceria, biografi di don Bosco ecc.

E si è adoperato tantissimo per la crescita dell’Associazione dei Cooperatori, a tal punto che con loro ha studiato la possibilità di fondare un Oratorio per la gioventù povera e si è subito messo in moto per raccogliere i primi soldini”.

Cento anni di impegno dei Salesiani a Cagliari sono un traguardo di grande significato non solo per la comunità religiosa, ma soprattutto per la città e per i suoi abitanti, che hanno potuto beneficiare di una presenza e di un servizio attenti ai più alti valori umani secondo l’insegnamento di don Bosco.

Oggi la Sardegna salesiana, ricca di opere fino al recente passato, ha assistito ad un graduale decremento nelle presenze fino ad affidare alcune case alle diocesi o ai laici. Attualmente i Salesiani sono presenti anche a:

Cagliari: S. Paolo fondata nel 1958, Parrocchia, Oratorio, Centro giovanile,

Selargius: nata nel 1967, Centro di Formazione Professionale, Parrocchia, Oratorio, Casa Famiglia,

Lanusei: Sant’Eusebio fondata nel 1898, la prima casa salesiana in Sardegna. Oratorio e Centro Professionale con il Tempio “Don Bosco

Nuoro: S. Domenico Savio, nata nel 1981,  Parrocchia, Oratorio, Centro Professionale.

Sassari: S. Giovanni Bosco, fondata nel 1972 Parrocchia, Oratorio, Centro Professionale

 

Oltre ai salesiani sono presenti in Sardegna le Suore salesiane di Madre Mazzarello a Cagliari,  Guspini, Macomer, Monserrato, Nuoro e Sanluri.

Io sono a Cagliari da due stagioni.

Posso dire con estrema sincerità che ho trovato qui una bellissima realtà sotto il profilo educativo-scolastico-culturale degli studenti, di accoglienza fraterna da parte della comunità salesiana, del corpo docente e da parte delle famiglie dei nostri alunni

Ho potuto toccare con mano la ricchezza e la fecondità del carisma di don Bosco impiantato dai Salesiani in questi cento anni.

Un lavoro proficuo profuso con umiltà, professionalità e spirito salesiano genuino, che non sempre ho trovato così profondo in altre opere.

Potrei elencare e dimostrare tutte le attività e le iniziative didattico-educative che si tramandano di generazione in generazione, adattate con saggezza e lungimiranza ai tempi nuovi che rapidamente si evolvono.

Cito soltanto l’esperienza che ho fatto in questi mesi girando per necessità o per curiosità nei vari negozi, banche, ospedali, uffici comunali, centri sportivi ecc. Ho incontrato una marea di ex allievi dell’Istituto e dell’Oratorio ancora  entusiasti e in parte nostalgici per quello che hanno fatto, vissuto e ricevuto alla scuola di don Bosco. Molti di loro hanno ricoperto e ricoprono ancora oggi ruoli prestigiosi e autorevoli.

Non credo di esagerare nell’affermare che Don Bosco è stato un dono prezioso sia alla chiesa di Cagliari che alla società culturale, civile  e sociale. Ed è stato proprio questo l’obiettivo precipuo del suo Progetto Educativo: educare i giovani ad essere buoni cristiani ed onesti cittadini.

Non sarà stato sempre e ovunque così per tutti, ma possiamo ringraziare l’Ausiliatrice, la Madonna tanto cara a don Bosco, che ha custodito nel cuore di tanti la fedeltà al carisma salesiano e alla Chiesa di Cristo.

Siamo grati e riconoscenti a tutti i salesiani e benefattori defunti che hanno fatto la storia di questa opera. “La riconoscenza - afferma un proverbio africano – è la memoria di cuore”. È la capacità di ricordare e, pertanto, di amare.

Il nostro pensiero riconoscente va anche a tutti coloro, viventi, che in questi anni passati hanno donato intelligenza, cuore e vita per educare generazioni di giovani e hanno reso feconda l’opera.

Penso a questi cortili calpestati da migliaia di ragazzi e giovani vocianti e chiassosi, alle aule che risuonano ancora dei passi e delle voci di confratelli ed amici che ci hanno preceduto nell’apostolato tra gli studenti e le famiglie.

Ne sono prova i numerosi ex allievi e cooperatori che ricordano con affetto ed entusiasmo gli anni trascorsi all’Oratorio e all’Istituto.

E noi, oggi?

Per quanto attiene a noi, oggi, ci impegniamo a scrivere altre pagine gloriose di storia per i prossimi cento anni. Voglio sognare che le pagine più belle della storia di Cagliari debbano ancora essere scritte. A voi, cari ragazzi e giovani, il compito e l’ardua impresa. Siete giovani e per ciò stesso carichi di speranza. “Non lasciatevela rubare dai venditori di fumo o di morte” ha tuonato nel vostro cuore Papa Francesco il 22 settembre scorso.

Sarebbero ancora tante le cose da dire e da scrivere, le conserviamo per il resto dell’anno del centenario che, ricordo ancora, concluderemo nell’ottobre del 2014 con il meeting dei giovani della diocesi (lo spero con tutto il cuore). Don Bosco e i giovani, soprattutto i più poveri, costituiscono un binomio indissolubile. Non può esistere l’uno senza l’altro e quindi chiudere i festeggiamenti con i giovani è, per noi salesiani, un dovere ed un piacere.

 

Cagliari, 12.10.2013  

Il Direttore
Don Sergio Nuccitelli
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